A pochi giorni dall’inzio del campionato che voto dai al tuo lavoro. Hai rimpianti per trattative sfumate?
Non vorrei dare un voto ora, magari lo potremmo dare a fine Stagione. Possiamo sicuramente dire però che abbiamo centrato gli obiettivi che ci eravamo dati con lo Staff e la Presidenza, avevamo individuato una linea tecnica ed in funzione di questa ci siamo mossi, è evidente che nella fase di costituzione delle rose si parla con tanti giocatori per non rimanere scoperti qualora non si dovesse trovare l’accordo con qualcuno, cosi e’stato anche per noi, qualcuno e’arrivato qualcuno no, ma sicuramente nessun rimpianto.
Quanto è importante per un direttore sportivo avere una visione del calcio univoca con il proprio allenatore nell’allestire una squadra?
Direi fondamentale, anche se negli ultimi anni i DS hanno assunto maggiore rilevanza dal punto di vista tecnico, a mio avviso in maniera impropria, a volte inseguendo profili di nome ma non coerenti con l’espressione di gioco che si vuole rappresentare in campo.
L’anima pulsante di questa società è la sua appartenenza con il quartiere e soprattutto con l’Istituto Massimo. E’ stato un limite o uno stimolo quello di costruire un gruppo di calciatori che abitano in questo quadrante o che hanno frequentato l’Istituto Massimo?
E’ forse il tratto distintivo piu’ affascinante di questa realta’ e che ha rappresentato una delle maggiori leve per far si che accettassi la proposta del Presidente Cirillo, di Edoardo Viti e di Giacomo Padellaro.
Molti addetti ai lavori vi considerano un dream team ed i dieci goal segnati e zero subiti tra andata e ritorno nel primo turno di Coppa sembrerebbero avallare questa considerazione. Vi sentite i favoriti?
Chiaramente partiamo per vincere, non abbiamo la presunzione di pensare di essere i soli, ma ovviamente siamo convinti che il risultato e’alla nostra portata, essere tra i favoriti non ci spaventa affatto, i secondi sono solo i primi degli ultimi.
Come si fa ad alleggerire la pressione di un gruppo “condannato” a vincere?
Personalmente credo che tenendo il focus sempre centrato sul lavoro settimanale senza dare nulla per scontato in partenza, e trasferendo il concetto che solo cosi si costruiscono i risultati e si vincono i Campionati, non si corra il pericolo di cali di concentrazione. A me piace pensare che il sabato serva solo a guadagnare ufficialmente i tre punti, la partita si vince in settimana
In chiusura una domanda sul Gianluca Rubeo professionista? Qual è il tuo metodo e qual è la prima caratteristica che deve avere un giocatore per finire sul tuo taccuino ?
Non parlerei di metodo, ma piu’ d’intuito, ci sono dei particolari che mi colpiscono e che attivano la mia attenzione, poi ovviamente l’approfondisco con i parametri tecnici tradizionali, e poi ancora piu’importante la voglia di vincere e la sicurezza dei propri mezzi, a me’piacciono i giocatori sfrontati che non hanno paura di provare la giocata e di rischiare quando serve. Sono sicuro che la rosa di quest’anno presenti queste caratteristiche, cercavamo con Staff e Dirigenza un popolo da condurre alla vittoria….siamo convinti di averlo trovato.
A cura di Emanuele Sabatino