Dopo oltre due mesi di stop a causa di un brutto infortunio torna in campo Carlo Sordini. Insieme ai propri compagni è chiamato a risalire la classifica per conquistare la promozione in C1. Queste le sue parole a pochi giorni dal Big Match contro L’Atletico Grande Impero.
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Molti addetti ai lavori ti definiscono la stella della categoria, la punta di diamante e la mossa con cui l’Eur Massimo ha gridato al mondo le sue ambizioni di vittoria. Perché tra le tante offerte hai scelto di rimanere nella squadra del tuo quartiere?
Ho scelto l’Eur Massimo perchè conoscevo il presidente Cirillo ma soprattutto l’ambiente e gran parte dei compagni con cui avrei giocato vista la mia partecipazione estiva al Torneo Ex Alunni dell’Istituto Massimo. Ho deciso di scendere di categoria perchè il mio lavoro è molto impegnativo e non mi permette di allenarmi troppo durante la settimana. Era la soluzione più consona e piacevole visto il progetto e la volontà di salire di categoria.
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Il duo Rubeo e Cirillo ti hanno corteggiato tanto, quando hai detto si? Un giudizio sul progetto? 
In realtà la trattativa è nata da una cena al ristorante Geco dove il presidente mi disse che c’era la volontà di salire di categoria e io di contro avevo già palesato la mia volontà di non disputare le serie nazionali per mancanza di tempo. E’ stata di fatto una trattativa lampo perchè le volontà di entrambi si sono subito incontrate.
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Sei di ritorno da un infortunio, quando vedremo il Sordini al top della forma?
Sono fermo da 2 mesi per uno strappo al flessore che mi ha fatto saltare tante partite. Ho lavorato tanto durante le feste per rientrare in forma il prima possibile e evitare ulteriori infortuni.
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Sei contento della prima parte della stagione della squadra? A che punto siamo con i meccanismi tra la vecchia guardia e te e i tanti nuovi arrivati?
Ti dico la verità, in realtà no. Siamo terzi e quindi non possiamo essere contenti visti i nomi che abbiamo in squadra. Va anche detto che siamo stati sfortunati con gli infortuni e abbiamo affrontato quasi tutti gli scontri diretti con tante defezioni. Ora abbiamo recuperato gli uomini e affrontiamo la seconda parte di stagione con un solo obiettivo: vincere tutte le partite. Solo così possiamo vincere il campionato.
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Nello spogliatoio siete consci di essere i grandi favoriti? Se si sentite la pressione?
Cambia poco essere consci o meno e queste sono chiacchiere di chi non gioca. Quando sei in campo non senti la pressione e non pensi se sei favorito o meno. Ci pensi quando sei lontano dal campo. Essere favoriti significa solo una cosa: l’avversario entra in campo sempre motivato al massimo e col coltello tra i denti. A livello psicologico non credo che il gruppo ne risenta.
A cura di Emanuele Sabatino – Why Not Web Communication